Testimonianza di una mamma
Quanto mi sembrano lontani i giorni in cui ero una persona disperata per il problema che vivevo nella mia famiglia.
Ho vissuto tanti anni con un malessere interiore che non sapevo ben definire; non avevo mai sentito parlare di dipendenza da una persona malata a sua volta di una dipendenza.
Nel mio caso si trattava di gioco, quel gioco che nel comune pensare viene definito “vizio” e non “malattia” o “dipendenza” e che mi aveva portato a vivere in funzione di esso.
Quanti anni ho sprecato negli inutili tentativi di controllare la vita di mio figlio affinché non si mettesse nei guai e fosse una persona “normale”.
Io cercavo in lui una “normalità” che non poteva esistere in una persona malata di una brutta dipendenza come il gioco.
Mi terrorizzava e mi feriva il giudizio che gli altri esprimevano su di lui e non sapevo come fare per proteggerlo e nascondere le sue azioni agli occhi degli altri.
Per fare tutto ciò spesso nascondevo la realtà a me stessa e diventavo così “sua complice” alimentando in questo modo la sua malattia.
Gam Anon è riuscita a farmi comprendere tutto questo, mi ha aiutata ad accettare la malattia della nostra famiglia, mi ha dato gli strumenti per conviverci serenamente e senza più tante sofferenze.
La mia vita ha avuto una svolta positiva ed ora ho imparato a guardare la realtà con occhi diversi.
I miei occhi oggi sanno guardare, sanno distaccarsi dalla malattia ed il mio cuore sa amare in modo sano.
Che grande regalo mi ha fatto la vita: attraverso una sofferenza, mi ha insegnato a vedere e riconoscere un mucchio di cose meravigliose che purtroppo la mia negazione della realtà mi impediva di godere.
Oggi sono grata a Gam Anon che mi ha ridato la vita per la seconda volta.
Una mamma di un giocatore compulsivo
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